17 Ago Primo Giove della stagione
Mancano ancora più di due mesi all’opposizione del “re dei pianeti”, ma Giove inizia a dare spettacolo nei nostri cieli. Certo, a patto di alzarsi molto presto al mattino, perché l’altezza massima viene raggiunta a ridosso dell’alba. Nel mio caso, prima delle 4-4,30 non riuscirei comunque a vederlo a causa del palazzo di fronte, quindi giocoforza se voglio riprenderlo devo puntare la sveglia intorno a quell’ora. Grazie alle buone condizioni di seeing e alla turbolenza assai contenuta, e nonostante la distanza di 4,69 UA (1 Unità Astronomica = 149,6 milioni di km) cioè 700 milioni di km, posso dirmi pienamente soddisfatto. Soprattutto, fiducioso per il futuro: ai primi di novembre il gigante gassoso sarà distante “appena” 595 milioni di km e avrà un diametro apparente di 49,50″, quindi sarà molto più spassoso da fotografare!
Dove vedere Giove nel cielo
Grazie alla sua luminosità, Giove può essere facilmente scorto quasi esattamente a Est, ma solo a partire dalle 00.30-1.00. La presenza di costellazioni “importanti” e stelle luminose e “famose” rende ancora più semplice individuarlo. Capella, infatti, e la stella principale dell’Auriga nonché la terza più luminosa del cielo boreale. Se si tira una linea immaginaria che passa dal “Grande Carro” (Orsa Maggiore), per Capella e poi per le Pleiadi – ammasso aperto visibile anche a occhio nudo – ci si imbatte nel pianeta. Comunque non c’è da sbagliare, perché Giove è molto più luminoso di qualsiasi altro astro presente nel cielo in quel momento.
Acquisizione e processing
Ma veniamo agli aspetti un po’ più tecnici. Di seguito posto uno spezzone di come appariva il pianeta nel riquadro “live view” di Sharpcap.
Come si può vedere, sono già nettamente percepibili i dettagli dell’atmosfera gioviana, in particolare le due grandi bande equatoriale settentrionale ed equatoriale meridionale, ma anche la banda temperata sud-sud. Purtroppo nel momento in cui ho ripreso il pianeta non era visibile la Grande Macchia Rossa… sarà per la prossima volta!
L’immagine finale è in realtà la “somma” di tre singole immagini ottenute da altrettanti filmati lunghi 120 secondi l’uno, ottenuti in sequenza con AS!3 (stacking), Registax (processing) e Winjupos (derotazione). Quest’ultimo programma permette di combinare più immagini di un pianeta azzerando di fatto gli effetti della rotazione. Nel caso di Giove, in particolare, il suo breve periodo di rotazione (appena 9h55 contro le 24h terrestri), non permetterebbe di acquisire filmati troppo lunghi (allo scopo di ottenere più frame) dal momento che si vedrebbero già gli effetti del movimento sul proprio asse. E qui viene per l’appunto in nostro soccorso Winjupos, che agisce su due versanti: compensando gli effetti della rotazione e allineando i dettagli presenti nei singoli scatti scelti per essere derotati (cit. il “maestro” Gabriele D’Orazio). Non sempre questo lavoro è utile: occorre avere buon materiale di partenza sia a livello di filmati, sia a livello di frame elaborati per la derotazione, altrimenti si rischia di ottenere un risultato peggiorativo rispetto alla singola immagine.
Una volta ottenuta la “somma derotata” ho migliorato (senza calcare la mano) contrasto e colori con Astra Image e Photoshop.
Dettaglio interessante, è ben visibile in basso a destra Ganimede, il satellite più grande del sistema solare, che all’occhio più attento mostra perfino qualche sfumatura della superficie. Sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla funzione di Winjupos che corregge anche il movimento dei satelliti, che ha permesso di apprezzare quest’ulteriore dettaglio.
Al prossimo Giove!
Scheda tecnica dell’immagine
Telescopio | Celestron C9.25 XLT |
Camera | ZWO ASI224C |
Montatura | Celestron AVX |
Filtro | Svbony UV/IR cut |
Acquisizione | Sharpcap |
Stacking | Autostakkert |
Processing | Registax/Winjupos (derotazione)/Photoshop/Astra Image |
Data di ripresa | 17/08/2023 |
Frames | — |
Esposizione | — |
Link Astrobin | https://www.astrobin.com/ld6m5r/B/ |
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